Dr. Stefano Nardo di Virgilio Sabato — MARKETING AND BUSINESS — KULASSA–HERMES UNIVERSITY — INFINITY — ARKON OMINA
Prof. Stefano Nardo di Virgilio Sabato, con il contributo del Dr. Mario Figlioli, Co-Founder @Arkon Omnia ed esperto di internazionalizzazione, e Roberto Pane, Co-Founder @Arkon Omnia, Industrial Consulting & Fractional.
La competitività di un’azienda industriale dipende fortemente dall’efficienza operativa e dalla capacità di massimizzare la produttività con le risorse esistenti. In questo case study, esploreremo come è stato possibile migliorare l’Overall Equipment Effectiveness (OEE) da un livello iniziale del 67% a un impressionante 87%, utilizzando interventi mirati e strategie tecnologiche innovative.
Obiettivi per migliorare l’OEE
Gli interventi miravano a tre principali obiettivi:
- Minimizzare i tempi di inattività: Massimizzare il tempo operativo delle attrezzature rispetto al tempo totale disponibile.
- Ottimizzare le prestazioni: Incrementare la velocità di produzione rispetto alla capacità massima.
- Garantire la qualità: Ridurre gli scarti e assicurare che i prodotti conformi rappresentassero la maggior parte della produzione totale.
Interventi specifici e risultati
1. Identificazione dei colli di bottiglia
Utilizzando il value stream mapping, è stato possibile visualizzare l’intero flusso di lavoro, individuando i colli di bottiglia che rallentavano la produzione. Questa metodologia ha permesso di focalizzarsi sulle aree critiche, essenziali per migliorare la produttività complessiva.
“Capire dove si accumulano ritardi è il primo passo verso un’efficienza maggiore,” spiega Roberto Pane. “Le mappe di valore ci danno una visione chiara di come procedere con interventi mirati.”
2. Analisi delle cause dei tempi di inattività
La riduzione dei tempi morti è stata una priorità assoluta. Ecco le principali problematiche identificate:
- Tempi di attesa dei materiali: Ritardi nella fornitura hanno interrotto il flusso produttivo.
- Manutenzione non programmata: Gli interventi imprevisti hanno causato downtime significativo.
- Tempi di setup: Durate prolungate nella configurazione delle macchine.
- Guasti alle attrezzature: Problemi meccanici che hanno richiesto riparazioni.
- Alta produzione di scarti: Percentuali elevate di pezzi difettosi hanno ridotto l’efficacia produttiva.
“La chiave è individuare e quantificare le inefficienze,” sottolinea il Dr. Mario Figlioli. “Ogni minuto risparmiato rappresenta un vantaggio competitivo per le aziende che competono su scala globale.”
3. Implementazione di tecnologie avanzate
Un investimento mirato ha permesso di introdurre soluzioni tecnologiche di nuova generazione:
- Sistemi di Execution System (MES): Consentono il monitoraggio in tempo reale delle prestazioni delle macchine, raccogliendo dati su tempi di ciclo, disponibilità delle attrezzature e tassi di scarto.
- Dashboard interattive: Offrono una visione immediata delle performance, aiutando a identificare rapidamente le aree di miglioramento.
- Analisi storica: Per individuare tendenze e ottimizzare i processi produttivi.
“Con una spesa iniziale di soli 0,4 milioni di euro, rispetto al piano originale di 1,2 milioni, siamo riusciti a ottenere miglioramenti sostanziali,” evidenzia Roberto Pane. “È la prova che un investimento mirato, supportato da analisi solide, può portare a risultati straordinari.”
Metodologia di intervento
L’approccio adottato si è basato su quattro fasi fondamentali:
- Raccolta dati: Monitoraggio continuo delle prestazioni per calcolare l’OEE in tempo reale.
- Analisi dati: Identificazione delle inefficienze e delle cause principali di downtime.
- Pianificazione azioni: Sviluppo di piani d’azione mirati per risolvere le inefficienze.
- Formazione del personale: Educazione degli operatori per migliorare la gestione delle attrezzature e promuovere una cultura di miglioramento continuo.
“La formazione del personale è essenziale,” spiega il Dr. Figlioli. “Un team ben preparato è la base per implementare qualsiasi strategia di ottimizzazione con successo, soprattutto in contesti internazionali.”
Una strategia vincente
Grazie agli interventi descritti, il miglioramento dell’OEE non solo ha ottimizzato le prestazioni operative, ma ha anche garantito una maggiore sostenibilità economica dell’intera organizzazione.
“Questo case study dimostra che non servono sempre grandi investimenti per ottenere risultati significativi,” conclude Roberto Pane. “Con analisi dettagliate e decisioni informate, è possibile fare molto anche con risorse limitate.”
Aggiunge il Dr. Figlioli: “Per le aziende che mirano all’internazionalizzazione, queste ottimizzazioni interne non sono solo vantaggi competitivi, ma veri e propri requisiti per il successo nei mercati globali.”
Grazie alla collaborazione tra figure di spicco come il Prof. Stefano Nardo di Virgilio Sabato, il Dr. Mario Figlioli e Roberto Pane, questo progetto rappresenta un esempio eccellente di come competenze trasversali possano generare un impatto significativo sulle performance aziendali.
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