Non sarà facile districarsi tra le norme di sicurezza della fase 2


Il 23 aprile si è svolti due incontri, preceduti da una videoconferenza, durante i quali Conte ha annunciato che dal 4 Maggio si inizierà lentamente ad uscire dal lockdown. Anzi, le attività di rilevanza nazionale hanno riaperto i battenti già da prima, da lunedì 27 aprile.

Per queste attività era necessario che fossero già in atto tutte le misure di sicurezza, con dispositivi di protezione per tutti i lavori e rispetto tassativo delle distanze di sicurezza.

Se, però, da un lato, il Premier ha affermato che “…questo lockdown non possiamo portarlo per un lasso di tempo che rischia davvero di mettere in discussione il tessuto economico del Paese”, dall’altro, è vero anche che quelle proposte saranno misure di “allentamento sociale, non di stravolgimento”.

In altre parole, ci avvicineremo lentamente alla normalità, ma non dovremo mai perdere di vista la sicurezza e la prevenzione, con l’obiettivo di evitare la diffusione di nuovi focolai di contagio.

Sebbene dal 4 Maggio, quindi, riapriranno gran parte dei servizi, lo smart working sarà l’opzione da preferire, almeno per le categorie che possono lavorare da remoto o  che per età e condizioni mediche devono lavorare da casa

I settori lavorativi sono stati divisi in base al livello di rischio: molto alto, alto, medio e basso.

Le prime attività ad aprire saranno naturalmente quelle in cui il rischio di contagio è considerato basso o medio.

In linea di massima, comunque, le indicazioni generali valgono per tutta Italia, anche se le singole Regioni potranno decidere di intensificare o di rendere meno tassative le prescrizioni.

Molto dipenderà sicuramente dai risultati che verranno fuori dai monitoraggi effettuati di settimana in settimana, indispensabili per ridurre la portata di una seconda ondata di contagi. 

Se, ad esempio, in una zona dovesse il parametro R0 dovesse superare il valore di 1 (situazione che si verifica quando per ogni positivo si verifica un contagio), scatterebbe la zona rossa.

Il Governo e le Regioni dovranno essere pronti ad intervenire per ridurre al minimo le possibilità di nuove ondate di virus, che andrebbero a vanificare, qualora le Regioni fossero trovate impreparate, gli sforzi dell’Italia intera.

Quello che ci aspettiamo è sicuramente uno scenario che, per quanto possa essere più vicino alla normalità di quello attuale, sarà comunque lontano da quello a cui eravamo abituati circa due mesi fa.

Speriamo che tutto torni lentamente a somigliare alla normalità, anche se resta indispensabile mantenere alto il livello di responsabilità individuale: non sottovalutiamo mai precauzione e cautela. 

Con gli occhi possiamo scambiarci ugualmente i sorrisi.

Anche sotto la mascherina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *